domenica, dicembre 29, 2013




DAKAR 2014

 
ANCHE QUEST'ANNO E CON NOTEVOLE SFORZO DI PERSONE E MEZZI SEGUIREMO LA DAKAR.
 
Il pilota di punta della spedizione italiana è il 38enne Alessandro Botturi, nella foto, alla sua terza Dakar: nel 2012 chiuse ottavo, guadagnandosi il titolo di miglior esordiente, mentre l’anno scorso fu costretto al ritiro alla tredicesima tappa.
La partenza è prevista per il giorno 5 gennaio 2014 e il blog per la prima settimana non seguirà costantemente la gara, ma dalla seconda settimana fino al termine ci sarà ogni sera l'aggiornamento dedicato alla tappa di giornata.
BUONA VISIONE.

sabato, dicembre 28, 2013

LA BUGIA DELLE RENDITE FINANZIARIE TASSATE A LIVELLI MOLTO BASSI NEL BEL PAESE.
FACCIAMO UN ESEMPIO CON L'INVESTIMENTO DI 100000,00 €URO IN UN ANNO.

Scorrendo le offerte delle banche italiane, scoprite che i depositi vincolati ad un anno oscillano oggi intorno al 2% di rendimento. Questo passa il convento, poco da fare e da dire. E va ancora bene che, al momento, si tratti di rendimento reale (cioè al netto dell’inflazione) ancora positivo. Va bene al risparmiatore, s’intende. Per il debitore il discorso è lievemente diverso. Ovviamente, inferire che il rendimento reale è positivo è un’ipotesi pure sbilenca, visto che non sappiamo a quanto ammonterà l’inflazione cumulata nei prossimi dodici mesi. E’ in effetti da strabici confrontare il tasso d’inflazione tendenziale (che misura l’inflazione degli ultimi 12 mesi), con l’interesse che ci sarà corrisposto un anno da oggi. Ma non sottilizziamo, le tradizioni serviranno pure a qualcosa, no?
Al termine dell’anno di durata del vostro investimento, l’interesse lordo sarà di 2.000 euro. A questa somma bisogna togliere l’imposta sostitutiva del 20%, e dovreste essere grati ai numi protettori dei rentier, visto che l’ipotesi di portare l’aliquota al 22% è nel frattempo stata accantonata da governo e parlamento. Quindi il vostro interesse monetario netto scende a 1.600 euro.
Ma anche no, visto che bisogna pagare la patrimonialina del 2 per mille sul valore del deposito. Sono altri 200 euro (sarebbero di più se l’interesse vi fosse stato immediatamente accreditato in conto, ma non sottilizziamo). Quindi, facendo i conti del salumiere (con rispetto parlando per i salumieri), scopriamo che il nostro interesse netto, al netto della patrimoniale, scende a 1.400 euro. Prima che qualche prestigioso accademico levi il ditino e vi faccia presente che non è correttissimo sommare un’imposizione patrimoniale (cioè sul capitale) a quella sui proventi del capitale, rispondete che si tratta comunque di soldi che vi verranno asportati dal conto al termine dell’anno di investimento.
Alla fine, sempre in modalità salumiere, scoprite che di quel 2% di interesse sul conto di deposito, vi è stato amputato il 30%. Trenta per cento. A questo punto, preso atto che siete a tutti gli effetti divenuti parte di quel “gruppo di pressione” che vive di rendite finanziarie e che ostruisce il raggiungimento della felicità dei poveri lavoratori (categoria alla quale appartenete anche voi, con alta probabilità, ma sono granelli di polvere nel Grande Fiume della Storia), dovreste comunque essere soddisfatti perché questa vostra esperienza vi titola implicitamente ad argomentare colpendo vigorosamente mediante suola delle calzature il posteriore del prossimo politico o sindacalista che dirà che “il lavoro è tassato come minimo al 23%, le rendite finanziarie al 20%, non è giusto”.
Potreste premettere che manco quello era vero, visto che la prima aliquota marginale Irpef (quella del 23%) implica un’aliquota media intorno al 17-18%, ma sono sottigliezze. Volendo, potreste pure argomentare che, giunti a questo punto, meglio sarebbe mettere i proventi delle attività finanziarie in dichiarazione dei redditi, tassati ad aliquota marginale dopo applicazione di una franchigia che tuteli i piccoli risparmiatori.
Comunque vogliate argomentare, cari rentier, sappiate che questo è solo l’inizio, per voi non ci sarà scampo. Trovata la via della tassazione del risparmio, in un paese come l’Italia, la strada è tutta in discesa. Come le consistenze del risparmio medesimo, in un paese sempre più vecchio ed in crisi esistenziale. E’ l’era della Grande Compensazione tra debito pubblico e ricchezza privata, bellezza, e tu non puoi farci niente. Niente.
Ed ora, accendete la televisione: c’è l’ultimo talk show politico, in cui l’anchor prende le misure al politico di turno con la domanda del sempreverde gioco di società italiano: “ma lei, ad esempio, è favorevole ad una patrimoniale?

Tratto da Phastidio.net

sabato, dicembre 21, 2013

Test: Toyota Yaris 1,4-l-D-4D



VISTO IL TEST PRECISO E PUNTUALE SIAMO CORSI IN CONCESSIONARIA, IL GENTILISSIMO SIGNOR LUCA CI HA DATO ULTERIORI DELUCIDAZIONI E ....
COMPRATA !!! 




mercoledì, dicembre 18, 2013

The Rolling Stones - Gimme Shelter (Live) - OFFICIAL PROMO






TANTI AUGURI A Mr. KEITH RICHARDS NEL GIORNO DEL SUO

SETTANTESIMO COMPLEANNO.

PER UNO DATO GIA' PER MORTO NEGLI ANNI SESSANTA NON E' NIENTE MALE


K.R. : NON HO PROBLEMI CON LA DROGA....LI HO CON LA POLIZIA!!!!






giovedì, dicembre 12, 2013

UN MITO CHE NON TRAMONTA....BRRRRR....NA NA NA  BRRRRRR......NA NA NA YEAH.

ATTENZIONE I BANDITI HANNO PARLATO !!!

DAL 2014 PARTIRA' IL PROGETTO DI CO-GESTIONE DI POSTE ITALIANE.
IN DUE PAROLE ,SI DARA' LA POSSIBILITA' AI LAVORATORI DI PARTECIPARE ALLE SCELTE AZIENDALI E DI DECIDERE DELLE STRATEGIE.
SEMBRA UNA COSA BUONA , LA ATTUANO DA ANNI IN GERMANIA PERCHE' NON DOVREBBE ANDARE BENE ANCHE QUI.
1) NON SIAMO TEDESCHI ( GLI SCANDALI DI CORRUZIONE IN VOLKSWAGEN SONO STATI SCOPERTI E NON SONO STATI INDOLORI) QUI GLI SCANDALI VERREBBERO INSABBIATI.
2) I SINDACATI SPINGONO PERCHE' SI ATTUI LA CO-GESTIONE MA LORO FAREBBERO LA PARTE DEL LEONE IN AZIENDA PER I LORO INTERESSI.
3) I LAVORATORI IN LINEA TEORICA POTREBBERO OTTENERE DEI BENEFICI IN CASO DI UTILI ( POSTE ITALIANE CHIUDE IL BILANCIO CON UTILI GIA' DA SETTE ANNI , VUOI VEDERE CHE DAL PROSSIMO NON SUCCEDERA'?)
4 ) I LAVORATORI SI RITROVERANNO DELLE AZIONI SOCIETARIE IN BUSTA PAGA INVECE DEL VILE DENARO E RETRIBUZIONI CALMIERATE.
5 ) L'AZIENDA CHE SULLE SPALLE DI CHI LAVORA HA OTTENUTO I RISULTATI CHE SECONDO LE STATISTICHE LA RENDONO LA PIU' APPETIBILE TRA I NEO LAUREATI ITALIANI,UNA DELLE CENTO AZIENDE PIU' DINAMICHE AL MONDO E PRIMA IN EUROPA PER LIVELLO DI CUSTUMER SATISFACTION FARA' DA BANCOMAT PER QUELLE REALTA' ETERNAMENTE IN PERDITA (VEDI ALITALIA E FERROVIE DELLO STATO)
E ALLORA DICIAMO....
NO GRAZIE!!!!

Mr Letta e compagni di merenda basta , fine , stop!!! E' finita!!!


domenica, dicembre 01, 2013

SONO TUTTI IN STATO DI FRENESIA PER LE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE.
IL PARLAMENTO EUROPEO DA' LAVORO A MOLTI PERSONAGGI CHE ALTRIMENTI ANDREBBERO IN GIRO PER LE STRADE PER DELINQUERE.
IN QUEST' OTTICA SI POTREBBE ANCHE ESSERE FAVOREVOLI AL MANTENIMENTO DELL'INUTILE CARROZZONE. INVECE ABBIAMO LE SCATOLE PIENE E  IL PRIMO PASSO SARA' UN FORTE MESSAGGIO AI NOSTRI CANDIDATI PER INFORMARLI CHE NON C'E' PIU' TRIPPA PER GATTI!!!

mercoledì, novembre 27, 2013


GIORNATA STORICA STOP
ELIMINATO IL GIAGUARO STOP
ORA MANCA SOLO L'ALTRA BESTIA STOP
CI PENSA MAGISTRATURA AMICA STOP DOPO PD PRONTO PER ELEZIONI STOP QUASI SICURI VITTORIA STOP

domenica, novembre 24, 2013

BENE , BENE ADESSO ASPETTIAMO L'ASSESTAMENTO CHE CON IL FREDDO PREVISTO PER I PROSSIMI GIORNI RALLENTERA' UN PO' IL PROCESSO, MA SE NON ALTRO LA NEVE NON SI SCIOGLIERA'.

venerdì, novembre 08, 2013

martedì, novembre 05, 2013



Ieri il ministro per lo Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, parlando della situazione di Alitalia, ha dichiarato a Rai RadioUno:
«In caso di esuberi nella partita Alitalia saranno messi in campo una serie di meccanismi e di ammortizzatori sociali. Ora staremo a vedere cosa è previsto esattamente, ma non mi pare sia mai capitato che una grande impresa chiuda un pezzo della sua attività senza che ci sia un aiuto anche da parte dello Stato in modo tale da non creare drammi sociali»
Beh, no, in effetti. Ad esempio si può pensare a scivoli di sette anni, tra cassa integrazione straordinaria e mobilità lunga, che potrebbero pure essere prorogati e diventare un bel decennio tondo tondo. Il tempo vola, quando c’è un welfare patologico e per pochi intimi che ci fa divertire nei dibattiti. E poi, suvvia, non sia mai che una grande impresa che chiude o si ridimensiona possa creare drammi sociali. Quelli accadono soltanto alle piccole e medie imprese, che sin qui hanno fatto una strage occupazionale rigorosamente silenziosa. Avanti così, ministro.

Phastidio.net

domenica, novembre 03, 2013


GIORNATE BLANDE ..... UN PO' DI RITMO.

sabato, ottobre 12, 2013



Il comunicato con cui il governo italiano “esprime soddisfazione per la volontà di Poste SpA di partecipare, come importante partner industriale, all’aumento di capitale di Alitalia”, è un esempio da manuale di come sia possibile partire dal presupposto che i cittadini-elettori siano in realtà dei minus habens o profondamente disinformati, forse perché in altre faccende affaccendati (le loro vite, ad esempio), oppure sufficientemente rimbecilliti dalla visione dei talk show politici che, mai come in questa fase della vita del paese, rappresentano le vere armi di distrazione di massa.
Poste Italiane, si diceva. Che dovrebbero sottoscrivere la ricapitalizzazione di Alitalia per 75 milioni, divenendone azionista al 25%, come Air France. Difficile sfuggire alla sensazione che questo sia un dirottamento in piena regola dello statuto di Cassa Depositi e Prestiti, a cui è impedito di partecipare al capitale di aziende in dissesto. Che poi questa si configuri come una “operazione-ponte” nello stesso momento in cui il governo presenta Poste Italiane come “partner industriale” è soltanto una fiaba lisergica,  l’ultima di una lunga serie. Questo è solo l’ennesimo ponte verso il nulla, realizzato gettando dalla finestra denaro di una entità (Poste Italiane) che appare in salute economica e finanziaria grazie alla componente finanziaria della propria gestione, quella legata al Bancoposta ed all’esercizio delle assicurazioni vita.
E questo gigantesco sussidio incrociato, grazie al quale non siamo ancora riusciti né ad intervenire sul core business del recapito né a tentare la quotazione in borsa di Poste Italiane, permette di giungere oggi a questa “soluzione” senza capo né coda, mentre dovremmo solo chiedere conto del danno erariale a Silvio Berlusconi, il Grande Leader che ha portato il paese sull’orlo del dissesto (anche oltre, in realtà), con l’alacre collaborazione del Partito democratico e delle sue primordiali pulsioni pansindacali. A questo riguardo, citazione d’onore per il segretario-ponte (anch’egli verso il nulla) del Pd, Gugliemo Epifani, che ci ha informati, col suo aplomb da funzionario della ex DDR, che “in Germania Deutsche Post è azionista di Lufthansa”. Le cose stanno in termini un po’ differenti, visto che si tratta di una joint venture limitata al settore cargo, e pure molto problematica. Ma si sa, questo è il paese del fact checking.
Si diceva del comunicato del governo. In particolare, di questo passaggio:
«Le sinergie industriali tra Alitalia e Poste, anche attraverso la compagnia aerea controllata Mistral Air, includono i settori del trasporto passeggeri e cargo – in coerenza con la strategia di sviluppo dell’e-commerce -, della fidelizzazione clienti nonché la condivisione delle infrastrutture logistiche, informatiche e di controllo. La cooperazione, anche azionaria, tra settori dei servizi postali, di logistica ed aerei trova numerosi precedenti europei ed internazionali, ad esempio in Francia e Germania»
Ora, che possano esistere “sinergie industriali” tra Alitalia e Poste Italiane, e che si riesca pure a citare Mistral Air, la compagnia fondata da Bud Spencer un trentennio addietro, che vanta ben 7 (sette) aeromobili e che ogni anno scava diligentemente una piccola voragine nei conti di Poste Italiane, è segno del più assoluto disprezzo per l’intelligenza dei cittadini. Mistral Air, come potete esaustivamente leggere qui, era già stata posta illo tempore da Corrado Passera (nome assai ricorrente, nelle italiche vicende) sulla rampa di lancio della dismissione (o più probabilmente della liquidazione), causa rosso cronico. Nel frattempo si arrabatta con due attività antitetiche, che fanno perno sulle illusioni (il turismo religioso) e sui drammatici risvegli alla realtà (le espulsioni ed i trasferimenti di immigrati clandestini). Forse si pensa di poter saturare la capacità produttiva di Alitalia nello stesso modo, chissà.
Che dire, quindi? La speranza è che Air France continui a rifiutare di sottoscrivere pro-rata la propria parte di aumento di capitale, per giungere a tirare le conclusioni. Ma forse siamo troppo ottimisti: per salvare Alitalia non vorremmo che qualcuno si inventasse una manovra sulle accise.

Tratto da Phastidio.net

martedì, settembre 10, 2013




BOCCA GIORGIO
scrittore giornalista-".. addetto al CINEGUF di Cuneo" Fra gli scritti che sostennero la propaganda razzista in Italia,la Mostra elenca quelli di Giorgio Bocca, Scrive , nel 1942,sul giornale della Federazione fascista di Cuneo .”…sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi,  la necessità ineluttabile di questa guerra, come ribellione dell’Europa ariana al tentativo ebraico di portarla in stato di schiavitù” in  La Provincia Granda, 4 Agosto 1942 - Giorgio Bocca, scrive : "Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza, infatti, sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l'idea di dovere, in un tempo non lontano, essere lo schiavo degli ebrei?"   Giorgio Bocca a 18 anni ottiene la tessera del PNF (Partito nazionale fascista), sottoscrive il Manifesto in difesa della razza italiana, fortemente voluto da Benito Mussolini per compiacere l'alleato tedesco. Ancora ad agosto del 1942, giovane giornalista fascista, scrive un notabile articolo in cui imputa il disastro della Guerra alla congiura ebraica. Il 5 gennaio 1943 denuncia alla polizia fascista l'industriale Paolo Berardi che, in un treno, ha l'infelice idea di dire ad alcuni reduci dal fronte russo e dalla Francia “che la guerra è ormai perduta”. Dopo l'8 settembre 1943 passa alla Resistenza.  

sabato, agosto 24, 2013

ALLEGRI FA' I MIRACOLI E RESUSCITA I MORTI.

OTTIMA PROVA DEI ROSSONERI NELLA PRIMA GIORNATA DI CAMPIONATO.

LA DIFESA IMPENETRABILE, DIRETTA DA UN PORTIERE SUPER E' RIUSCITA A FARSI TRAFIGGERE DALL'EBETE PER BEN DUE VOLTE.

ORA ALLEGRI LO METTE IN POLE POSITION PER L'EVENTUALE ACQUISTO NEL MERCATO RIPARATORE DI NOVEMBRE.

venerdì, agosto 23, 2013

O TU INSULSO MOLLUSCO...PERCHE' PUNIRMI COSI'.
CHE COLPA EBBI SE LA SCELTA CADDE SU DI TE.
NULLA FECI CHE' TI SOPPRIMESSERO, NE' PARTE ATTIVA NELLA PREPARAZIONE DELLA PIETANZA.
MA TU NULLA, MESCHINO NON VOLESTI SENTIR RAGIONI E DURAMENTE COLPISTI.
ORA, PIAN PIANO, TENTO DI ESPELLERTI PER RINVIGORIRE LE  MEMBRA ACCHE',  VOLESSE DIO , GUARIRO' E ALLORA TREMENDA VENDETTA SARA' SU TUTTO IL TUO PARENTADO.

martedì, agosto 20, 2013



LA STORIA SIAMO NOI !
o meglio ... quello che facciamo credere di essere.

La vera storia dell'ex repubblichino Dario Fò di Ercolina Milanesi 

                                  
‘Nel 1943, il famoso premio Nobel Dario Fo aderì come molti altri giovani lombardi alla Repubblica Sociale Italiana. E questo posso affermarlo in quanto sono stata per due anni una sua compagna di classe in una scuola di Varese.
Nel dicembre 1943, Fo entrò a fare parte del battaglione “A. Mazzarini” della Guardia Nazionale Repubblicana, come d’altra parte è stato documentato dalla rivista ‘Gente’ (servizio del 4 marzo 1978), dove il grande artista di Sinistra comparve, fiero e truce con la divisa da aspirante ‘parà’ repubblichino.
Nell’immediato dopoguerra, il sergente maggiore istruttore dei paracadutisti fascisti, Carlo Maria Milani, durante il processo che lo vide come testimone, asserì poi che Dario Fo partecipò effettivamente a diverse ‘retate’ contro i partigiani comunisti e no nella Val d’Ossola. “L’allievo paracadutista Fo era un fedelissimo fascista” – disse Milani, sotto deposizione, al giudice. “Venne più volte con me durante i rastrellamenti della Val Cannobina e partecipò alle fasi della riconquista dell’Ossola occupata dai partigiani. Il suo compito era quello di portare esplosivi e munizioni“.
Nel 1945, Dario (il ‘ciula’, come lo chiamavamo noi a scuola per via della sua dabbenaggine e per il fatto che era stato bocciato due volte di seguito all’Istituto Tecnico) negò ovviamente tutto, spacciandosi addirittura per un agente segreto che operava per la Resistenza.
Ma per la Giustizia Dario Fo venne reputato colpevole e condannato ad una mite pena. Anche se, molto misteriosamente, nel 1946 il carteggio del suo processo sparì nel nulla (Fo non fece mai alcun ricorso contro la sentenza avversa).
A quel tempo, la sottoscritta conosceva molto bene Dario Fo, dato che sfollata a Cittiglio, paesino vicino a Varese, ero solita frequentare con amiche e amici un bar dove bazzicava anche il nostro ‘compagno’ di classe Dario Fo. Un giorno, era l’inizio del 1945, egli fece il suo ingresso nel bar, in divisa nera, tronfio come un gallo. Ci accusò di essere dei vigliacchi poiché non ci eravamo arruolati nella RSI. Effettivamente noi non avevamo potuto fare ciò. Lui però si in quanto, essendo un ripetente (aveva 19 anni), aveva l’età giusta per indossare la divisa.
Verso la fine del 1945, a guerra finita, lo vedemmo tornare a Varese in borghese. Credendo che fossimo tutti fessi, ripeté accoratamente ch’egli aveva aderito alla RSI soltanto per fare l’informatore dei partigiani. Ma siccome noi tutti, che conoscevamo bene il ‘ciula’, scoppiammo a ridergli in faccia, e lui girò i tacchi, andandosene e gridando che eravamo dei ‘fascisti’!
Qualche settimana più tardi, Dario Fo conobbe e subito si fidanzò con la bella signorina Franca Rame, i cui genitori, di professione facevano i guitti ambulanti. Possedevano un grosso carrozzone verde e giallo (con la scritta ‘Famiglia Rame’ - Venghino Signori a divertirsi’) trainato da due cavalli, con il quale portavano in giro nei paesi uno spettacolo per bambini. E fu così che Dario il ‘ciula’ da repubblichino divenne saltimbanco, ed in seguito noto intellettuale di Sinistra e premio Nobel (onorificienza caduta molto in basso, evidentemente). Un ultima precisazione. Dario Fo non ha mai frequentato la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano (come è solito raccontare ai giornalisti) in quanto non ha neanche finito la Scuola per Periti Tecnici di Varese. Quella che frequentò la sottoscritta’.

Da ‘Le memorie di una Giovane Fascista’  di Ercolina Milanesi
 

martedì, agosto 13, 2013





Il superteste che scagiona Olindo Romano e Rosa Bazzi è tornato a farsi sentire. E adesso l'intero impianto accusatorio nei confronti della coppia accusata di aver ucciso Raffaella Castagna, il figlio Youssef e la suocera Paola Galli (l'altra vittima fu Valeria Cherubini) e di aver ferito quasi mortalmente un altro vicino di casa (Mario Frigerio, marito della Cherubini, salvo per una malformazione congenita alla carotide e superteste dell'accusa) torna di nuovo a vacillare.
La memoria torna alle ultime udienze in primo grado nell'aprile 2008, quando si seppe che Azouz Marzouk, padre e marito di due delle vittime, davanti alla corte d'Assise di Como, aveva dei dubbi sulla reale colpevolezza dei coniugi condannati all'ergastolo in Cassazione. O meglio, aveva espresso dei dubbi davanti a due guardie carcerarie durante un trasferimento dal tribunale comasco al carcere. Dubbi che le due guardie riportarono alla Corte. Allora Azouz, oggi pienamente convinto della loro innocenza - tanto da aver rifiutato il risarcimento come parte civile - alla vigilia della sentenza di primo grado fu interrogato su quel rapporto della polizia penitenziaria al tribunale di Como. Ma chiamato sul banco dei testimoni tentennò. Negò di credere all'innocenza dei Romano ma si limitò a dire che un uomo si era recato da sua madre in Tunisia sostenendo che gli assassini fossero altri. Come dimostra la sua decisione di contestare la sentenza di condanna, probabilmente Azouz era già convinto della loro innocenza ma forse non aveva il coraggio di ammetterlo.
Oggi l'identità di quell'uomo, che la corte d'Assise avrebbe potuto (o forse dovuto) interrogare prima di emettere la sentenza, è tornato. O meglio, è il nuovo legale di Azouz Luca D'Auria ad averlo trovato: «Sono stato di recente a Tunisi e ho incontrato in un bar l'uomo che andò dalla madre di Azouz nel 2008 - rivela l'avvocato a «Cronaca Vera» oggi in edicola - mi ha ribadito ciò che narrò allora alla donna e cioè che all'epoca in Brianza c'erano precise voci che ritenevano colpevoli un gruppo di professionisti, non di origine araba, in quanto, mi ha spiegato, "gli arabi non uccidono i bambini"».
In quel processo, più che le prove scientifiche, furono decisive le confessioni (poi ritrattate) dei coniugi, anche se zeppe di «non so, non ricordo» e in moltissimi punti in contraddizione con i rilievi dei Ris (non a caso chiamati a testimoniare dalla difesa), una strana e minuscola macchia di sangue ritrovata due settimane dopo la mattanza sull'auto di Olindo Romano e la deposizione del superteste, che prima identificò davanti ai pm in una persona sconosciuta di carnagione olivastra il killer della moglie salvo poi cambiare idea e puntare sul noto (e di carnagione bianca) vicino di casa Olindo. E sono molti i buchi neri nella ricostruzione della mattanza, visto che ad esempio l'ultima vittima della strage Valeria Cherubini venne trovata con la gola squarciata nel suo appartamento (nel quale i due coniugi non ammisero mai di essere saliti) sebbene tutti i soccorritori concordino nel fatto che la donna era ancora viva al momento del loro arrivo visto che gridava «aiuto, aiuto». Cosa impossibile da fare con la gola squarciata e la lingua tagliata. Ma se la donna era ancora viva, da dove sono usciti gli assassini senza essere visti?
Anche il legale di Azouz Marzouk è convinto dell'innocenza dei coniugi Romano e ha intenzione di andare avanti nel chiedere la revisione del processo (è già depositato il ricorso alla Corte di giustizia europea di Strasburgo): «Presto tornerò per verbalizzare le sue dichiarazioni nell'ottica di una richiesta di revisione del processo. Azouz è convinto di due cose - dice D'Auria al settimanale - che gli assassini non siano i Romano e che non si tratti di una vendetta trasversale nei suoi riguardi per vicende inerenti lo spaccio. Io ritengo, invece, che nessuna pista sia preclusa». Ma se non sono stati Olindo Romano e Rosa Bazzi, chi è stato? E quale sarebbe il movente? La verità, ancora una volta, viaggia tra Erba e la Tunisia.

domenica, agosto 11, 2013

venerdì, agosto 09, 2013

martedì, luglio 30, 2013

mercoledì, luglio 24, 2013

UNO SCORCIO DELLA PENISOLA DEL MANI, IL SECONDO DITO DEL PELOPONNESO.

giovedì, luglio 18, 2013

Red Dragon - Alloy Yachts









VISTO ORMEGGIATO A VENEZIA, NE HO PARLATO A MAGGIO DI QUEST'ANNO, MA ECCO CHE MI RICOMPARE, DI FRONTE ALLA SPIAGGIA DI SIMOS NELL'ISOLA DI ELAFONISSOS IN GRECIA.
MI PERSEGUITA.
FINIRA' CHE ME LO COMPRO.

martedì, luglio 16, 2013

Naughty Boy - La La La ft. Sam Smith



UNA SPIAGGIA AI PIEDI DEL TRIGLAV.
GHIAIONI CARAIBICI.


lunedì, luglio 15, 2013


 FIORI DI IBISCO.
VIALE PRINCIPALE DI METHONI.

GRECIA CLASSICA.

domenica, giugno 16, 2013

A CHI NON E' MAI CAPITATO DI DIMENTICARE IL PORTAFOGLIO, IL TELEFONINO O TUTTI E DUE NELLA PROPRIA AUTOMOBILE O NELLE  SUE VICINANZE COMUNQUE INCUSTODITI.
RENDERSENE CONTO DOPO AVER CAMMINATO IN SALITA PER PIU' DI UN' ORA E PARTIRE DI CORSA, CON SCARPONI E ZAINO ,IN DISCESA, SPERANDO DI RITROVARE TUTTO.
PARLIAMO DI DOMS.

A molti runner è capitato di avvertire quel fastidioso dolore muscolare che si presenta a volte in seguito ad una corsa in discesa. L'aspetto curioso della situazione è che il dolore, nei primi due o tre giorni, non accenna a placarsi ma, anzi, tende ad aumentare. Fortunatamente, dopo 48-72 ore dalla corsa il dolore comincia a diminuire per poi scomparire quasi del tutto nel giro di una settimana.
Questo specifico andamento del dolore muscolare si chiama DOMS (Delayed Onset of Muscolar Soreness), cioè insorgenza tardiva del dolore muscolare. Il picco di dolore non viene avvertito né immediatamente dopo l'esercizio, né il giorno successivo, ma si manifesta a circa 42 ore  dalla corsa in discesa.
Non si tratta dei classici dolori da affaticamento o da esaurimento delle riserve di glicogeno ai quali il runner è abituato e con i quali può convivere tranquillamente continuando ad allenarsi. Il dolore derivante dalla corsa in discesa, invece, quando è causato da un esercizio cui non si è allenati per intensità degli impatti al suolo o per la durata della corsa stessa, ha delle caratteristiche particolari:
  • È molto più intenso: per capirci, nei casi peggiori, potrebbe essere difficile sedersi sul divano senza aiutarsi con le braccia o riuscire a scendere le scale senza un'evidente smorfia di dolore.
  • È ben localizzato: il dolore è concentrato in zone specifiche delle gambe, più precisamente in quei muscoli che durante la fase di atterraggio fungono da ammortizzatori.
Al runner che si trova in questa situazione verrà sicuramente da pensare "non correrò mai più in discesa". Per molti podisti questa decisione presa d'impulso può rivelarsi molto ragionevole: correre in discesa è poco allenante (soprattutto per chi si cimenta abitualmente solo nelle gare con percorso pianeggiante) ed è spesso causa di infortuni. D'altra parte, per alcuni runner l'allenamento in discesa è inevitabile; si pensi ad esempio a chi partecipa abitualmente a gare di trail dove la corsa in discesa può essere decisiva per il successo in una competizione.

Effetto protettivo contro il dolore

Per i runner che non vorranno rinunciare agli allenamenti in discesa, può essere interessante scoprire che è possibile evitare dolori così intensi e fastidiosi come quelli che si avvertono nella settimana successiva alla prima corsa in discesa. Diverse ricerche hanno infatti confermato che in seguito al primo esercizio, nel tessuto muscolare avvengono alcuni adattamenti che ne aumentano la resistenza nel caso si dovesse affrontare nelle settimane seguenti un secondo esercizio di tipo simile.
Questa "protezione" nei confronti della corsa in discesa non è totale e non dura per sempre, ma ha una buona efficacia per circa sei settimane. In caso di esecuzione di un secondo allenamento in discesa simile al primo, il dolore verrà comunque avvertito nei giorni seguenti, ma la sua intensità sarà decisamente minore.
Ovviamente non è necessario "soffrire intensamente" al primo allenamento, ma si può migliorare la resistenza alla corsa in discesa gradualmente: a tale scopo può essere utile pianificare per tempo una serie di esercizi specifici, distanziati di almeno una settimana l'uno dall'altro, inizialmente molto leggeri e via via sempre più impegnativi. È utile sottolineare che quando ci si allena in discesa, la velocità della corsa non è l'unico parametro da tenere in considerazione per giudicare un esercizio più o meno leggero: la pendenza del percorso e la durata dell'esercizio sono fattori altrettanto importanti.

La causa del dolore è il lavoro muscolare di tipo eccentrico

Non ci sono certezze assolute su quali siano i fattori che provocano il dolore. Sicuramente non si tratta dell'acido lattico come pensano alcuni atleti: l'acido lattico inibisce l'azione muscolare durante la corsa, ma in seguito viene smaltito molto rapidamente. Inoltre, bisogna considerare che i dolori derivanti dalla corsa in discesa, in soggetti non allenati specificamente, si verificano anche correndo a velocità ben al di sotto della soglia anaerobica: si può quindi escludere con certezza che l'accumulo di acido lattico nei muscoli abbia un ruolo determinante in questo contesto.
L'ipotesi prevalente è che il dolore muscolare derivi da una situazione infiammatoria originata da un danno alle fibre muscolari causato a sua volta dall'esercizio di tipo eccentrico. La contrazione muscolare è di tipo eccentrico quando le forze esterne applicate al muscolo sono superiori alla forza esercitata dal muscolo stesso. In questo caso le fibre muscolari, nonostante lo sforzo, si allungano invece di contrarsi (ad esempio, nell'esercizio per i bicipiti la fase eccentrica è quella in cui il braccio si distende lentamente per abbassare il peso).
Sembra infatti che i fattori decisivi nell'innescare inizialmente questo tipo di dolore, siano più di tipo "meccanico" che non metabolico. A tal proposito, alcuni ricercatori  hanno confermato che la quantità di carboidrati a disposizione nei muscoli (e di conseguenza il tipo di energia utilizzato durante l'esercizio muscolare) non influisce sul DOMS. Diverse ricerche hanno evidenziato come il quadro clinico che si viene a delineare in seguito alla corsa in discesa sia caratterizzato da un elevato aumento della creatinchinasi (CK) e della mioglobina nel sangue, due marker che indicano la presenza di lesioni muscolari.
In seguito alla lesione delle cellule muscolari, oltre al conseguente processo infiammatorio, il quadro si complica ulteriormente a causa di un accumulo di calcio intracellulare che causerebbe a sua volta dolore e un ulteriore danno cellulare. Nella fase successiva, le fibre muscolari vanno incontro ad un processo di cicatrizzazione che permette al muscolo di tornare in piena efficienza nel giro di qualche giorno. Le fibre muscolari, inoltre, una volta completato il recupero, risultano più resistenti in caso di esecuzione di ulteriori esercizi di tipo eccentrico.

Si può correre con il dolore DOMS?

In caso di dolore molto intenso, allenarsi non è nemmeno pensabile: come accennavamo prima, potrebbe essere difficile addirittura scendere le scale al passo. In caso di dolore lieve, o comunque nella fase di recupero, sembra invece che si possa correre senza causare ulteriori danni e senza compromettere il processo di riparazione già in atto. Bisogna comunque essere prudenti, in quanto gli studi che giungono a queste conclusioni  sono relativi a esercizi eccentrici eseguiti con i pesi e non con la corsa. Inoltre, prima di allenarsi con il dolore, l'atleta dovrebbe accertarsi che si tratti effettivamente di DOMS e non di un infortunio, eventualità non così rara in seguito alla corsa in discesa.

Prevenire o curare il DOMS con l'alimentazione

Attualmente, l'unico sistema sicuro per evitare il dolore muscolare causato dalla corsa in discesa è banalmente quello di evitare allenamenti troppo intensi per i quali non si è sufficientemente allenati. L'alimentazione non sembra essere in grado di aiutare l'atleta come avviene invece in altre situazioni.
Come abbiamo già accennato, assumere carboidrati prima dell'esercizio non sembra essere determinante]. Anche l'assunzione di integratori alimentari a base di omega-3 durante le otto settimane precedenti la corsa in discesa sembra non avere alcun effetto protettivo sull'insorgenza del DOMS , mentre un'integrazione con vitamina C sembra addirittura controproducente in quanto, oltre a non attenuare il dolore, potrebbe prolungare il periodo necessario per il recupero della funzionalità.

MA SE QUANDO ARRIVATE ALL'AUTO RITROVATE TUTTO ANCORA LI' IL DOLORE RISULTERA' QUASI INSIGNIFICANTE.

Ciao cugini
Cutti








muscolare

mercoledì, giugno 05, 2013

sabato, giugno 01, 2013

INIZIA IL CONTO ALLA ROVESCIA. SI PARTE IL 29 GIUGNO PER LA GRECIA. TENIAMO DURO!

giovedì, maggio 30, 2013

sabato, maggio 25, 2013

venerdì, maggio 24, 2013


USCITO DALL'UFFICIO IN ZONA ARSENALE A VENEZIA VEDO ATTRACCATO QUESTO GUSCIO E SUBITO MI INFORMO:
Nome: RED DRAGON
Bandiera: New Zeland
Che cosa: yacht a vela di 52 metri
Dove: Oceano Indiano e Mediterraneo
Equipaggio: 10
Posti letto: 10
Quanto: US $ 42.500 al giorno (charter di sette giorni, in bassa stagione) PREZZO 2011.
OK ANCHE QUEST'ANNO SI RIMANE A TERRA.


martedì, maggio 21, 2013

MOLTO ATTENTI!!!!

ANCHE SE PER LAVORO SONO A MESTRE VI TENGO SOTTO TIRO!!!

CIAO CUTTI.

domenica, maggio 19, 2013

Ma sono fenomeni. Io alla loro età neanche camminavo.

sabato, maggio 18, 2013


SI E' SVOLTA A MERANO LA MANIFESTAZIONE INDETTA DAI PATRIOTI SUD TIROLESI A FAVORE DELLA SECESSIONE DALL'ITALIA. HANNO PARTECIPATO MIGLIAIA DI PERSONE E MOLTISSIMI BAMBINI, COME NEI CORTEI DELLA STRISCIA DI GAZA, TUTTI CONTRO UNA NAZIONE CHE LI OPPRIME E NON PERMETTE DI VIVERE IL LORO STATUS LIBERAMENTE.
BENE, CARI ITALIANI, E' VENUTO IL MOMENTO DI INDIRE NOI UN REFERENDUM PER IL DISTACCO DI QUESTO TERRITORIO COSI' OSTILE E OFFRIRE LORO LA POSSIBILITA' DI ANNETTERSI A QUALSIASI NAZIONE VORRA' FARSI CARICO DELLA ZAVORRA.
NON PERDIAMO TEMPO DIAMO LORO UNA OPPORTUNITA' DI VITA PIU' DIGNITOSA E NOI FACCIAMOCI UN REGALO!

DENTRO CI METTIAMO ANCHE QUESTI EBETI QUA' SOPRA.

GOTT MIT UNS
CUTTI.

 
OTTIMO SPOT

giovedì, maggio 16, 2013

IL PASSO ROMBO QUEST'ANNO APRIRA' IN DATA 24 MAGGIO, TEMPO PERMETTENDO.
ALTEZZA DELLA NEVE ATTUALMENTE
10 METRI.


domenica, maggio 12, 2013

Gilbert Bécaud - Et maintenant ( 1962 )

CHI PURTROPPO E' NATO NEGLI ANNI SESSANTA HA DOVUTO SORBIRSI INTERE SERATE DEDICATE AI GRANDI ARTISTI FRANCESI.
CARO MARCO ECCOTI SERVITO SU UN PIATTO D'ARGENTO IL MITICO GILBERT.
NEL 1962 NON ERI ANCORA NATO, PER FORTUNA C'E' INTERNET, COSI' QUESTE CHICCHE NON VANNO PERSE.

Ciao Cutti

sabato, maggio 04, 2013


SERA D'ESTATE E GRILLI CHE CANTANO TENENDO IL RITMO.
LEGGERA BREZZA CHE RINFRESCA E TIENE LONTANE LE ZANZARE E I PENSIERI POCO GRADITI.
SDRAIATI NELL'ERBA,  CON UN BICCHIERE DI TAMARINDO IN MANO, OSSERVIAMO IN SILENZIO IL CIELO.
NESSUNA RISPOSTA CI VIENE DATA PERCHE' NON CI SONO DOMANDE.

giovedì, maggio 02, 2013

lunedì, aprile 29, 2013


L'alpinista bergamasco Simone Moro e due suoi compagni stranieri sono stati aggrediti e picchiati da sherpa nepalesi nel campo base II, dove si preparavano per la scalata dell'Everest. Lo riferisce il quotidiano nepalese Himalayan times. I due compagni vittime dell'aggressione, avvenuta ieri pomeriggio, sono il britannico Jonathan Griffin e lo svizzero Ueli Steck. Quest'ultimo ha riportato profondi tagli al viso e dovra' essere trasferito a Kathmandu, mentre gli altri due sono feriti in modo leggero.



The National - "Demons"


sabato, aprile 20, 2013

Bene, bene finalmente l'ibrido demo-nista è scoppiato. Ci sono voluti diversi anni e tante frottole da parte di chi ,solo per convenienza, parlava di interessi comuni all'interno di due entità con visioni diametralmente opposte.
E tutto perché ieri in un colpo solo sono implosi due pezzi da novanta. La colpa è da ricercare negli oltre circa cento traditori che non hanno votato per il candidato scelto poco prima per alzata di mano.
L'ala cattolica del PD già conosceva questa storia.
Tra baci e carezze gli eventi si ripetono.
Giuda è sempre tra noi.
Adesso si riformerà un partito che prenderà il nome di
 Partito di M€RD@ 
che nella scritta già denota la forte vocazione europeista e la propensione all'innovazione e al Web.
Caro PDM tanti auguri.

martedì, aprile 16, 2013


Slovenia, tutto secondo le attese


Tuesday, 16 April, 2013

La premier slovena Alenka Bratusek ha dichiarato che il suo governo necessita di più tempo per consolidare le finanze pubbliche, e che il piano di rientro stilato dal precedente esecutivo sarebbe semplicemente “ridicolo”. Nel frattempo, l’asta di titoli di stato della settimana scorsa è riuscita a collocare solo la metà dell’importo previsto, ed il piano di riacquisto della emissione a diciotto mesi in scadenza il prossimo 6 giugno (quella che potrebbe costringere il paese alla capitolazione ed a chiedere assistenza sovranazionale) ha una elevata probabilità di fallimento. Finirà tutto come sappiamo.

Quest’anno il rapporto deficit-Pil sloveno, secondo stime della Commissione europea, dovrebbe toccare il 5,1 per cento, dopo aver chiuso il 2012 al 3,7 per cento. Per rientrare, il governo della Bratusek pianifica un aumento Iva, che di suo è notoriamente il modo migliore per affondare un’economia già boccheggiante, e soprattutto delle fantomatiche privatizzazioni, altro cavallo di battaglia dello stato di negazione che caratterizza i governi di fronte all’avanzare del disastro.

Il problema resta quello: come si privatizza in un paese che si sta inabissando? Peraltro, il governo sloveno ha già stilato una lista di “gioielli” definiti strategici, come energia e porti, che non possono comunque essere ceduti ai privati, mentre per le banche (che sono il bubbone che sta per esplodere), l’idea è comunque quella di mantenere delle quote di minoranza pubblica di blocco del 25 per cento. Pare quindi che non ci sia la fila per comprare queste eccellenze, che hanno altissimi livelli di sofferenze (circa il 30 per cento per le grandi banche di stato), frutto di politiche di concessione di credito piuttosto allegre al settore delle costruzioni (la prima bolla che si crea e che scoppia in un paese) ed ai leveraged buyout, cioè alle privatizzazioni di imprese pubbliche, cedute con enorme ricorso al debito al management ed alla classe di piccoli oligarchi che “dirige” il paese.

Morale: le banche non riescono più a sottoscrivere il debito pubblico e sono assediate dalle sofferenze, che le spingono al dissesto ed al blocco degli impieghi, che a sua volta schianta l’economia. Ciò fa crollare il gettito d’imposta ed aumentare la spesa pubblica, per l’operare di stabilizzatori automatici quali i sussidi di disoccupazione. Il deficit si allarga, il governo decide di chiuderlo sopprimendo gli stabilizzatori automatici (ad esempio, ridimensionando importi e condizioni di eligibilità dei beneficiari), oppure aumentando le imposte, dirette ed indirette. Ciò causa un peggioramento della congiuntura, che si scarica in un aumento delle sofferenze bancarie.

Il paese dovrà ristrutturare il proprio settore creditizio attraverso chiusure ed accorpamenti di istituti, come chiesto anche dall’Ocse nell’ultimo report sulla Slovenia, pubblicato lo scorso 9 aprile. Per giungere alla ristrutturazione del settore creditizio servirà, secondo l’organizzazione internazionale, che gli obbligazionisti subordinati ed i detentori di debito ibrido intaschino la perdita. Giunti a questo punto, è piuttosto probabile che si scopra che i buchi sono maggiori del previsto, e che quindi anche gli obbligazionisti senior ed i depositanti non assicurati (ce ne saranno ancora, da qui a giugno?) subiscano l’haircut. Perché “la Slovenia non è Cipro”, ma il template pare sarà quello.

Vista l’aria che tira in Germania, dove la povertà avanza (ma anche no), è altamente probabile che il paese finisca col sopportare il peso maggiore del “salvataggio” del sistema creditizio. Ma una cosa dovrebbe essere chiara: qui l’euro non c’entra praticamente nulla, visto che il problema è di pessima governance ed eccessiva assunzione di rischio da parte delle banche.

lunedì, aprile 15, 2013

 
 
 
Altro mostro sacro che ogni tanto bisogna rispolverare dalle vecchie teche.
 
 


venerdì, aprile 12, 2013

 
GRANDE CHITARRISTA.
SI OSA IL PARAGONE, FORSE ECCESSIVO, CON JIMI HENDRIX.
NON E' MANCINO COME LO ERA JIMI MA CI DA' DENTRO COME POCHI.
 
 
 
 
Ciao Cutti

lunedì, aprile 08, 2013

DOPO PIU' DI UN MESE DALLA SUA NASCITA ECCO LA PRIMA IMMAGINE PER IL BLOG DEL PICCOLO LUCA. QUI LO VEDIAMO INTENTO NELLA SUA ATTIVITA' LAVORATIVA CHE LO IMPEGNA PER 15 / 16 ORE AL GIORNO. IL RESTO DEL TEMPO LO IMPIEGA PER CIBARSI E CURARE IL CORPO.

Ciao Cutti

sabato, aprile 06, 2013

ERA IL PERIODO PEGGIORE PER LA BAND. IL CANTANTE IN OVERDOSE E' ,SEPPURE PER POCHI SECONDI, STATO DICHIARATO CLINICAMENTE MORTO. L'ALBUM NON E' DI FACILE ASCOLTO MA QUESTO BRANO IS AWESOME FOR ME.
L'ULTIMO LAVORO DELTA MACHINE E' LETTERALMENTE UNA CHIAVICA.

mercoledì, aprile 03, 2013

lunedì, aprile 01, 2013


Alcuni dirigenti e anche i tifosi del Sunderland non vedono di buon occhio l'arrivo in panchina del nuovo mister Paolo Di Canio. Dicono sia troppo di destra.
Non vedo perchè. Sarà forse per i tatuaggi dedicati al duce o per l'amichevole saluto rivolto ai camerati.








Sunderland

venerdì, marzo 29, 2013

lunedì, marzo 25, 2013

TUTTO IN ORDINE. DORMITE PURE SONNI TRANQUILLI. LA SITUAZIONE A CIPRO SI E' NORMALIZZATA. LE BANCHE ITALIANE NON CORRONO PERICOLI. L'EURO E' FORTE. IL CALO E' NORMALE DOPO UN PERIODO DI CONTINUI RIALZI, SONO LE PRESE DI BENEFICIO. L' IMPORTANTE E' DIVERSIFICARE. TAGLIA LE PERDITE, LASCIA CORRERE I PROFITTI. LO SPREAD SI STABILIZZERA' E POI SCENDERA'. IL LAVORO NON MANCA BISOGNA INVENTARSELO. NO! NESSUN PRESTITO FORZOSO ALL'ORIZZONTE. I FONDAMENTALI DELL'ITALIA SONO SOLIDI.

mercoledì, marzo 20, 2013


 
IL MALATO
 
IMMAGINARIO

lunedì, marzo 18, 2013

Da tempo monitoravo le notizie Cipriote e l'attuale crack non mi ha preso alla sprovvista.
Quello che invece mi spiazza è lo stillicidio di cattive notizie che la nostra amata patria ci regala quotidianamente. Qui di seguito il report apparso sull' ANSA:
Sono gli operai delle imprese edili con oltre 15 dipendenti e contratti a termine i lavoratori con l’aliquota contributiva più alta: nel 2013, secondo l’Inps, il prelievo su questi lavoratori raggiunge il 46,47%, superiore al 2012 grazie al contributo aggiuntivo richiesto sui contratti a termine dalla legge Fornero (1,4% della retribuzione). Così al 33% del contributo ‘previdenziale’ si aggiunge il prelievo Aspi
(1,31% + lo 0,30%), quello per la disoccupazione speciale edile, gli assegni familiari e soprattutto quello per la cig ordinaria (5,20%) e straordinaria (0,90%), quello per l’indennità di malattia e per la maternità. Il totale fa 46,47% della retribuzione, anche se il 9,49% è a carico del lavoratore.

Cosa può accadere? Secondo me ci attende il trionfo del nero e la fine della contrattazione collettiva. Questa sarà sostituita da contrattazioni individuali al ribasso. Ciò implichera inevitabilmente il crollo del welfare non avendo risorse economiche cui attingere. Tra qualche anno indosseremo tutti la stessa divisa e con un libretto in mano ,forse di colore rosso tanto per ricordare la rivoluzione di Mao, marceremo nelle piazze il primo maggio per ringraziare del piatto di riso caldo che ci spetterà al termine della parata. 

Ecco potreste pensare che la mia è una visione pessimistica, no ! Tutto il contrario, io vicino al riso vedo anche una bella tazza di thè.
 
Ciao Cutti
 


domenica, marzo 17, 2013

L'OBBEDIENZA ACEFALA NON ALBERGA TRA I SENATORI GRILLINI.
COSA FARA' IL KAPO'? LI RIPUDIERA' OPPURE ASSISTEREMO AL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO, NEL FRATTEMPO POSSIAMO ASCOLTARE QUESTO BRANO DELL'OTTIMO DRUMMER BRIAN BLADE FELLOWSHIP CHE PARE SCRITTO AD HOC.
Ciao Cutti