Il superteste che scagiona Olindo Romano e Rosa Bazzi è tornato a farsi sentire. E adesso l'intero impianto accusatorio nei confronti della coppia accusata di aver ucciso Raffaella Castagna, il figlio Youssef e la suocera Paola Galli (l'altra vittima fu Valeria Cherubini) e di aver ferito quasi mortalmente un altro vicino di casa (Mario Frigerio, marito della Cherubini, salvo per una malformazione congenita alla carotide e superteste dell'accusa) torna di nuovo a vacillare.
Oggi l'identità di quell'uomo, che la corte d'Assise avrebbe potuto (o forse dovuto) interrogare prima di emettere la sentenza, è tornato. O meglio, è il nuovo legale di Azouz Luca D'Auria ad averlo trovato: «Sono stato di recente a Tunisi e ho incontrato in un bar l'uomo che andò dalla madre di Azouz nel 2008 - rivela l'avvocato a «Cronaca Vera» oggi in edicola - mi ha ribadito ciò che narrò allora alla donna e cioè che all'epoca in Brianza c'erano precise voci che ritenevano colpevoli un gruppo di professionisti, non di origine araba, in quanto, mi ha spiegato, "gli arabi non uccidono i bambini"».
In quel processo, più che le prove scientifiche, furono decisive le confessioni (poi ritrattate) dei coniugi, anche se zeppe di «non so, non ricordo» e in moltissimi punti in contraddizione con i rilievi dei Ris (non a caso chiamati a testimoniare dalla difesa), una strana e minuscola macchia di sangue ritrovata due settimane dopo la mattanza sull'auto di Olindo Romano e la deposizione del superteste, che prima identificò davanti ai pm in una persona sconosciuta di carnagione olivastra il killer della moglie salvo poi cambiare idea e puntare sul noto (e di carnagione bianca) vicino di casa Olindo. E sono molti i buchi neri nella ricostruzione della mattanza, visto che ad esempio l'ultima vittima della strage Valeria Cherubini venne trovata con la gola squarciata nel suo appartamento (nel quale i due coniugi non ammisero mai di essere saliti) sebbene tutti i soccorritori concordino nel fatto che la donna era ancora viva al momento del loro arrivo visto che gridava «aiuto, aiuto». Cosa impossibile da fare con la gola squarciata e la lingua tagliata. Ma se la donna era ancora viva, da dove sono usciti gli assassini senza essere visti?
Anche il legale di Azouz Marzouk è convinto dell'innocenza dei coniugi Romano e ha intenzione di andare avanti nel chiedere la revisione del processo (è già depositato il ricorso alla Corte di giustizia europea di Strasburgo): «Presto tornerò per verbalizzare le sue dichiarazioni nell'ottica di una richiesta di revisione del processo. Azouz è convinto di due cose - dice D'Auria al settimanale - che gli assassini non siano i Romano e che non si tratti di una vendetta trasversale nei suoi riguardi per vicende inerenti lo spaccio. Io ritengo, invece, che nessuna pista sia preclusa». Ma se non sono stati Olindo Romano e Rosa Bazzi, chi è stato? E quale sarebbe il movente? La verità, ancora una volta, viaggia tra Erba e la Tunisia.
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