IL MESE DI OTTOBRE ,NORMALMENTE ,SEGNA L'INIZIO DELLA STAGIONE DEDICATA AL LAVORO.
LE FERIE SONO PRATICAMENTE TERMINATE, SI RITORNA DUNQUE ALLE PROPRIE ATTIVITA'.
DA QUEST'ANNO , IN PARTICOLARE, LA SITUAZIONE E' BEN DIVERSA. MOLTE PERSONE IL LAVORO L'HANNO PERSO E SI RITROVANO A RIPARTIRE DA ZERO CON NUOVE ATTIVITA' O CON CONTRATTI A TEMPO E NELLA PEGGIORE DELLE IPOTESI SENZA E CON PROSPETTIVE PIUTTOSTO FRUSTRANTI ALL'ORIZZONTE.
PER FORTUNA I NOSTRI LUMINARI AL COMANDO DELLA BARCA ORMAI CON LE STIVE PIENE D'ACQUA HANNO MILLE RISORSE E MILIONI DI IDEE PRONTE PER RISOLVERE LA SITUAZIONE COSI' DELICATA.
ECCOVENE UNA PROVA
PIU' LAVORO ? NO, MENO
PAGA !
Oggi il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi,
ha dichiarato di “avere un sogno”: recuperare un 10 per cento di
competitività (ognuno ha i sogni che si merita, del resto). E come
riuscirci? “Lavorando di più. Sto lavorando ad una serie di
proposte, di cui la prima è qualche ora di lavoro in più. Si fa
presto a fare i conti se vogliamo recuperare il 10 per cento”.
Certo, e soprattutto ci sono altri mezzi, ben più rapidi, per
arrivare allo stesso risultato. Indovinate quali?
Siamo in una fase congiunturale
caratterizzata da estrema debolezza della domanda, ed il fenomeno è
del tutto generalizzato. Come già
segnalato, i riequilibri di bilancia commerciale stanno
avvenendo non per espansione dell’export ma per soppressione della
domanda interna, circostanza che ci garantirà ancora molti
anni di Quaresima e pressioni deflazionistiche che, nei paesi ad alto
debito (pubblico e/o privato) sono altrettanta garanzia di
azzeramento dello stato sociale causa tagli e di dissesto del sistema
bancario causa sofferenze. Quindi, pensare ad una uscita
“produttivistica” dalla crisi come fa Squinzi (oltre a Polillo
e Fornero, del resto) è del tutto illusorio e
nasce da scarsa comprensione della realtà, escludendo che si tratti
invece (cosa più probabile) di pietose bugie.
E, a proposito di settore bancario, il sommovimento per
giungere al taglio del costo del lavoro è in atto. Nei
giorni scorsi Intesa Sanpaolo ha proposto ai
sindacati la riduzione di otto giornate lavorative l’anno, fino al
2015, come somma di un taglio di quattro giorni di ferie, due di ex
festività, e due di corvée, cioè di prestazione
lavorativa non retribuita. E’ l’alternativa più immediata e
percorribile all’approccio “lavorare di più”, che nel contesto
attuale ha assai poco senso. E poiché la pressione al taglio del
costo del lavoro è molto forte, se le retribuzioni non si
adegueranno, l’esito ultimo sarà un forte aumento di
disoccupazione e la scomparsa della contrattazione collettiva, in
qualsiasi forma.
Andiamo verso una società low cost,
cioè verso un aggiustamento deflazionistico con sostanziale
scomparsa del welfare: che del resto già da tempo, in un paese come
il nostro, era in stato comatoso. Tra qualche anno tutto il panorama
italiano sarà completamente cambiato. Speriamo solo che le macerie
non ci impediscano di camminare.
TRATTO DA PHASTIDIO.NET
CUTTI.
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