Fredi ha un nuovo amico.
Sono in due al banco, sbronzi come pochi, non si conoscono ma cercano con difficoltà di intendersi.
Uno è alto, robusto, moro, con una grossa cicatrice sulla faccia, che lo fa sembrare un pugile di inizio novecento. E’ vestito con un largo e pesante cappotto scuro, un gomito appoggiato al bancone e lo sguardo torvo rivolto verso il basso, verso la testa dell’uomo che non conosce.
Quello più piccolo in realtà lo conoscono un po’ tutti, è Fredi . Lui, un media statura , stempiato, occhi grigi sbarrati verso il vuoto e un viso amichevole. Veste un trench aperto che lascia vedere il Gillet, immancabile coppola schiacciata su un lato, e lui a differenza dell’altro ha la schiena rivolta al bancone e si sorregge su tutti e due i gomiti mentre con gli indici delle mani disegna storie infinite. Bassa la voce, butta lì frasi incomprensibili e sempre a basso volume uno sparo di pistola imitato con la bocca a mo’ di punteggiatura. Fredi non usa armi è un pacifista, amico di tutti e chi non gli è amico almeno lo sopporta.
L’omone continua a guardarlo , sembra disprezzarlo, pare dirgli: “ma non vedi come sei ridotto.Un vecchio ubriacone che spara all’impazzata e ripete frasi senza senso.” Però rimane lì immobile sotto l’effetto di ipnosi da alcool.
Fredi invece è convinto di aver trovato un nuovo ascoltatore delle sue mirabolanti avventure , forse addirittura un fan, e continua con quei gesti che spiegano come si svolge la scena, ma solo nella sua mente sbronza, e spara.
La gente entra nel locale , il fumo della stanza li avvolge e loro, indaffarati nella ricerca di un tavolo libero, non badano ai due al banco, ma il locale questa sera è proprio pieno , e se ne escono come sono entrati.
Quando l’ora della chiusura si avvicina il proprietario avverte i clienti che i giri dei bicchieri saranno al massimo due per un tempo di mezz’ora, poi diventerà un’ora abbondante.
Allora Fredi si affretta a cercare un finale degno per il suo racconto, beve ancora un bicchiere per riuscire a biascicare le ultime parole e poi parte con una raffica di spari, questa volta a un volume maggiore, addirittura esagerati, tant’è che il gestore lo rimprovera.
Qualche avventore si accorge e ride.
L’omone impassibile lo guarda non capisce e se ne va.
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