mercoledì, settembre 30, 2015


27 Settembre 2015 – Nelle settimane e nei mesi che hanno preceduto l’accordo del 13 luglio sul terzo piano di salvataggio tra la Grecia e suoi creditori, Washington aveva consigliato il precedente governo di coalizione greco Syriza-Indipendenti di non scontrarsi frontalmente con la Germania e mostrare la volontà di fare le riforme.
Un telegramma segreto inviato ad Atene il 16 luglio dall’ambasciatore greco negli Stati Uniti, Christos Panagopoulos, ci ha fatto un quadro delle relazioni tra i due paesi nel corso dei mesi precedenti. La copia vista da Kathimerini fa capire che Washington mostrava un vivo interesse a mantenere la Grecia nella zona euro e forniva costantemente consigli su come il governo guidato dal primo ministro Alexis Tsipras dovesse gestire i rapporti con il resto della zona euro.
Washington, per esempio, ha consigliato ad Atene di evitare gli attacchi verbali al governo tedesco e di cercare di creare una vasta alleanza tra paesi come Regno Unito, Francia, Italia e Austria. Gli Stati Uniti hanno chiarito che la coalizione greca doveva convincere questi paesi che essa avrebbe fatto sul serio nell’attuazione delle riforme se questi paesi, a loro volta, avessero offerto il loro sostegno.
Panagopoulos spiega anche nella sua nota che la strategia di Washington era quella di sottolineare l’importanza geopolitica di mantenere la Grecia nella moneta unica e la necessità che la zona euro acconsentisse a un’ulteriore riduzione del debito greco. L’ambasciatore greco suggerisce che il governo degli Stati Uniti ha anche incoraggiato il Fondo monetario internazionale a pronunciarsi espressamente sulla questione della riduzione del debito.
Delle fonti hanno anche detto a Kathimerini che è stata Washington a sottolineare l’importanza geopolitica della questione greca attraverso la NATO. Il 19 giugno il vice segretario generale della NATO, Alexander Vershbow, ha detto che un’uscita della Grecia avrebbe avuto “senza dubbio delle ripercussioni” sull’alleanza. In una conferenza sulla sicurezza a Bratislava ha detto che la NATO era “preoccupata” di una Grexit. I suoi commenti sono stati espressi subito dopo che la Grecia e la Russia avevano concordato un accordo sul gasdotto.

Panagopoulos nel suo telegramma mostra come durante i lunghi negoziati che hanno portato alla firma del terzo piano di salvataggio di Bruxelles ci siano stati frequenti e intensi contatti tra Atene e Washington, compresi anche contatti con funzionari del Tesoro e del Dipartimento di Stato americani
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martedì, settembre 29, 2015



Crack Alitalia, condannati gli ex vertici. La sentenza di primo grado: 8 anni e 8 mesi a Giancarlo Cimoli, 5 a Mengozzi. Risarcimenti per 355 milioni. Secondo l’accusa i condannati sono responsabili di episodi di una «mala gestio» che, dal 2001 al 2007, ha provocato un dissesto per quasi 4 miliardi di euro. Bancarotta «per dissipazione», dicono i pm
Il Sole 24 Ore, martedì 29 settembre 2015
Quattro condanne per il dissesto della vecchia Alitalia pubblica. La più pesante è per Giancarlo Cimoli, presidente e amministratore delegato di Alitalia da maggio 2004 a gennaio 2007, condannato a otto anni e otto mesi di reclusione dal Tribunale di Roma per bancarotta fraudolenta e aggiotaggio.
Il Tribunale ha inoltre condannato a sei anni e sei mesi Pierluigi Ceschia, ex responsabile per la finanza straordinaria di Alitalia, ora a Parigi dirigente di Air France-Klm; a sei anni Gabriele Spazzadeschi, ex direttore amministrazione e finanza; a cinque anni
Francesco Mengozzi, a.d. da febbraio 2001 a febbraio 2004. L’accusa è di bancarotta fraudolenta.
La sentenza li condanna a risarcimenti per complessivi 355 milioni di euro in solido, di cui 160 milioni il solo Cimoli. La condanna non è definitiva, ci saranno l’appello e la Cassazione. Le condanne sono più severe delle richieste del pubblico ministero, il procuratore aggiunto Nello Rossi e i sostituti Francesca Loy e Stefano Pesci: sei anni per Cimoli e tre per Mengozzi. Assolti tre ex dirigenti, Giancarlo Zeni, Leopoldo Conforti e Gennaro Tocci.
Secondo l’accusa i condannati sono responsabili di episodi di una «mala gestio» che, dal 2001 al 2007, ha provocato un dissesto per quasi 4 miliardi di euro. Bancarotta «per dissipazione», dicono i pm. L’Alitalia pubblica è diventata insolvente per decreto il 
28 agosto 2008, quando il governo Berlusconi, con la consulenza di banca Intesa Sanpaolo, la condusse al fallimento pilotato, per trasferire l’attività a una nuova società privata, la Cai dei Capitani coraggiosi. Anche Cai è arrivata al capolinea nel 2014 e ha ceduto il 49% ad Etihad, ma il processo non tocca questa gestione.
C’è tempo fino ai primi mesi del 2021 per arrivare alla sentenza definitiva senza prescrizione. Il risarcimento, se sarà confermato, andrà alla vecchia Alitalia e ad altre quattro società sue controllate. Il Tribunale ha inoltre riconosciuto a un migliaio di azionisti e risparmiatori il risarcimento di danni da 1.500 a 73mila euro. Per tutti i condannati c’è l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Cimoli ha avuto inoltre una multa di 240mila euro.
Cimoli fu nominato dal 
governo Berlusconi numero uno di Alitalia il 6 maggio 2004, poco più di due mesi dopo le dimissioni di Mengozzi, che era stato piegato dall’opposizione della Lega al suo piano industriale. Cimoli arrivava da otto anni alle Fs, con l’aureola di risanatore delle Ferrovie, ma i risultati economici erano negativi. «Cimoli è stato in Alitalia una sorta di dittatore in senso tecnico (non spregiativo dunque), cioè un soggetto investito della massima concentrazione di potere realizzabile nell’impresa», ha detto il pm Rossi nella requisitoria.
Tra le accuse a Cimoli le perdite del settore merci, perché alla dichiarazione di insolvenza di Alitalia con soli 5 aerei per il trasporto merci c’erano 135 piloti e una consulenza affidata alla McKinsey, del costo di 50,88 milioni di euro, senza «risultati apprezzabili». A Cimoli è stato contestato anche lo scorporo di cinque rami d’azienda (manutenzione aeronautica, assistenza aeroportuale, servizi condivisi, call center, informatica), conferiti ad Alitalia Servizi, che in parte fu ceduta alla società statale Fintecna. Secondo i pm questo «modus operandi» era «diretto a dissimulare attraverso un’operazione essenzialmente finanziaria il mancato risanamento di Alitalia e a favorire la ricapitalizzazione di Alitalia Fly». Contestato l’acquisto di Volare, al prezzo di 38 milioni, «incongruo ed irragionevole», superiore di 9 milioni all’offerta di Air One.
I pm hanno accusato Cimoli di aver diffuso «notizie false concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione dei valori del titolo Alitalia» nell’aumento di capitale di 1 miliardo a fine 2005.
Mengozzi è stato assolto per il dissesto del settore merci, ma condannato per la vendita di Eurofly _ reduce da 40 milioni di perdite in pochi anni _ al fondo lussemburghese di Banca Profilo Effe Luxemburg Sa per 13,39 milioni, secondo i pm «prezzo da ritenere incongruo e irragionevole». Alitalia cedette a Eurofly opzioni per l’acquisto di 13 aerei a 1,9 milioni di dollari l’uno. Secondo i pm l’operazione è stata dannosa per Alitalia e ha consentito al primo acquirente di realizzare in poco tempo «plusvalenze per circa 5 milioni» rivendendo gli aerei, «con successive plusvalenze per circa 10 milioni» per i subacquirenti «nella seconda e terza rivendita».


Gianni Dragoni

lunedì, settembre 28, 2015

GRECIA QUALI SPERANZE.
Le elezioni di d
omenica scorsa, 20 settembre, in Grecia hanno segnato un nuovo successo per Syriza e Alexis Tsipras. Ma si tratta di un successo dal sapore amaro. Certo, in percentuale rispetto ai voti sembra che Tsipras abbia vinto la sua scommessa. La sinistra di Syriza, che ha lasciato il partito dopo la resa del 13 luglio 2015, non sarà rappresentata nel Parlamento. Tuttavia i risultati sono destinati a essere problematici per più di un motivo. L’astensione è cresciuta del 7 percento rispetto alle elezioni di gennaio. La fuga degli elettori da tutti i partiti che hanno accettato le inique condizioni dettate da Bruxelles è impressionante. Syriza ha perso [in termini di numeri assoluti, NdT], il 14 percento del suo elettorato. Nuova Democrazia ha perso l’11 percento. To Potami ha perso quasi il 50 percento . Solo il partito di estrema destra, Alba Dorata, mantiene il numero dei voti avuti precedentemente (e pertanto risulta in progresso, in termini percentuali, rispetto alle elezioni di gennaio).
Anche le schede nulle e non valide sono considerevolmente aumentate. Tutto indica che la generale sfiducia dell’elettorato verso le istituzioni ha fatto un notevole balzo in avanti tra gennaio e settembre.
Grafico 1
A-ElecGrèce
Rosso: SyrizaBlu: Nuova Democrazia
L’analisi che si può fare di questo voto dimostra che gli elettori di sinistra hanno ritenuto meglio dare il proprio voto (per quelli che lo hanno fatto) a Syriza in modo da evitare un ritorno al potere del partito oligarchico di destra chiamato “Nuova Democrazia”. Il nepotismo che regna sovrano in questo partito (così come nel Pasok) ha lasciato dei brutti ricordi.
Ma questo è solo un male minore. È ovvio che il terzo memorandum sarà messo in atto in tutta la sua durezza e che Tsipras, dopo aver accettato le condizioni che gli sono state imposte, non avrà alcun margine di manovra. L’idea di una resistenza passiva, se mai ha avuto un qualche credito, non tiene di fronte alla forza dei fatti . La sinistra del “rifiuto” non è stata capace di concretizzare l’evidente disaffezione verso Syriza, a causa delle proprie divisioni (c’erano ben tre partiti a contendersi i voti dei disillusi di Syriza), e a causa del proprio settarismo (come nel caso del KKE).
Nel corso delle prossime settimane, è sul versante della situazione economica che gli eventi sono destinati a precipitare. La situazione in Grecia non migliorerà con l’applicazione del terzo memorandum, che comunque non è stato concepito a questo scopo, ed è già considerato destinato al fallimento . Le prime indicazioni che abbiamo sull’andamento del terzo trimestre ci fanno pensare che la contrazione dell’attività economica avvenuta tra luglio e agosto 2015 sia stata brutale. La produzione industriale potrebbe essere scesa tra l’8 e il 10 percento, e il PIL tra il 3 e il 5 percento. Ovviamente queste cadute della produzione porteranno con sé una caduta degli introiti fiscali, e già alla fine di ottobre il governo greco dovrà chiedere nuovi finanziamenti ai creditori.
È chiaro che non c’è futuro per la Grecia fino a che resterà nell’Eurozona, e fino a che non sarà dichiarato il default su una parte consistente del suo debito. Questo è quanto si inizia a dire presso il FMI, ma anche nelle anticamere dell’Unione Europea. La pratica greca è ancora lì ferma sul tavolo. Anche se oggi ci sono altri problemi che attirano l’attenzione, come la crisi dei rifugiati, la vicenda greca tornerà alla ribalta come problema politico entro la fine di ottobre
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E' TERMINATA DA UN GIORNO L' UNICA MANIFESTAZIONE CHE TRATTA DI CIBO TRADIZIONALE A LIVELLO MONDIALE.
GUSTI DI FRONTIERA- E GORIZIA GIA' SI INTERROGA : RIUSCIREMO ORGANIZZARLA ANCORA IN QUESTA CITTA' OPPURE UDINE CON QUALCHE PRETESTO LA SPOSTERA' SUL SUO TERRITORIO. 
IDEA....PERCHE' NON INCLUDERE IL TARVISIANO , FORNI AVOLTRI E DI SOPRA E DI SOTTO , SAN DANIELE, LIGNANO, MARANO E IL CIVIDALESE, COSI' DA CHIAMARLA 
GUSTI FRIULANI DI FRONTIERA, OPPURE FRIULANITA' NEL GUSTO, FRONTIERA DELLA PICCOLA PATRIA.
GIU' LE MANI AVVOLTOI! PROSEGUITE CON LE VOSTRE MANIFESTAZIONI BEN SOVVENZIONATE DALLA REGIONE E LASCIATE QUALCOSINA ANCHE AGLI ALTRI. 
OCCHIO CHE TROPPO FRICO FA MALE E ACCOMPAGNATO DA UN SAUVIGNON TAROCCATO E' ANCORA PEGGIO.

Monday monday  oppure mandi mandi



Ritornati alla base dopo un tour dell' Umbria di cinque giorni circa sembra quasi di non essere mai andati via da casa.
Il giro si e' rivelato interessante sia per le località visitate e le loro attrattive, in particolare chiese e musei sia per le particolarità eno-gastronomiche.
Visitate : Città di Castello, Perugia, Assisi, Spoleto, Città degli Angeli, Todi, Orvieto, cascata delle Marmore, Spello, Lago Trasimeno con l'isola Maggiore e Gubbio.
Insomma un bel giro con un caldo estivo e una piacevole sensazione di vacanza quasi non programmata.

venerdì, settembre 11, 2015

E' STRANO MA FINORA NON HO PARLATO DELLE VACANZE IN CORSICA E SOLO CHI MI SEGUE SUL PROFILO FACEBOOK HA VISTO QUALCHE IMMAGINE. 
RIASSUNTO:
TUTTO BELLISSIMO ....I POSTI, LA GENTE, IL CIBO E LE BEVANDE. 
NESSUN PROBLEMA CON LA MOTO. LASCIATA INCUSTODITA , SENZA CATENACCI O ALTRI ANTIFURTO , UN PAIO DI VOLTE CON LE CHIAVI SULLA SERRATURA SBLOCCA SELLA. FORTUNA ??? SI!!!! 
CI TORNEREMO ..... PROBABILE.