venerdì, gennaio 23, 2015


PREVAL 
UN LUOGO PER VERI UOMINI.

La Galleona è il nome di un prato circolare che si trova ai piedi del colle Pratinis, confinante con la palude chiamata del Blanchis. Vicino scorre il rio Rosa o Roia del Tuzz sempre provvisto d’acqua , piuttosto pescoso e utile per dissetare il bestiame al pascolo.
Il prato di giorno era utilizzato per il riposo dei pastori , per riunirsi e per fare festa anche con il ballo.
Ma di notte qui si riuniva la Clappa , che era un gruppo di uomini coraggiosi pronti a difendere i più deboli , di solito i coloni e i plebei , contro gli abusi dei feudali.
Era un gruppo formato da uomini di Lucinico, Mossa e del Collio che avevano un decalogo da rispettare, non scritto ma verbale e l’ordine di non divulgare a terzi i nomi degli appartenenti alla Clappa.
si narra che a Vipulzano  nel 1300 il Conte di Gorizia aveva dato ordine a due suoi dipendenti di rapire la bella figlia di un contadino. Il paese si era opposto a quella prepotenza. Venne così arrestato il colono e torturato nel castello.
La clappa venne a  conoscenza del misfatto e si vendicò.  Attesero infatti lungo la strada del Blanchis i due rapitori e li bastonarono al punto che uno dei due dopo tre giorni morì.
L’altro protestò con il conte e chiese di punire i plebei rivoltosi in modo adeguato. Il conte allora inviò un corpo di armati nella Galleona per sterminare la Clappa.
Arrivarono di notte ma il rumore dei cavalli e il fischio di una sentinella fecero sì che  gli adunati fuggissero nella palude vicina. Le guardie comunque decisero di inseguirli. Il terreno molle e infido sprofondò sotto il peso dei cavalli tanto che si immersero nel fango fino all’altezza della pancia.
Solo dopo molte ore e con l’aiuto di molti uomini e tavole i cavalli furono liberati dalla trappola.
Molti anni dopo il fango di Mossa avrebbe messo a dura prova i piloti di motociclette che qui partecipavano a gare in fuori strada.
La Clappa durò fino al 1798 e si sciolse volontariamente.
Nel 1816 si costituì una nuova società segreta che durò fino al 1875 e prese il nome di TREMA IL MONDO.

giovedì, gennaio 15, 2015

domenica, gennaio 11, 2015


NEBBIA IN VAL PADANA
Correre nella bruma attira molti. Piace quel mistero che avvolge il paesaggio e i suoi suoni ovattati. Piacciono anche le sagome degli altri runners che ti vengono incontro o scappano via perchè più veloci e poi quelle degli animali che vivono nel Preval.
In realtà quei pochi esemplari, perchè ogni anno la caccia stermina drasticamente la popolazione faunistica.
Tanto che la carenza di prede rende il cacciatore nervoso e pericoloso perchè pronto a sparare su tutto quello che si muove. 
Ecco cosa  accadde nel 2008:

Impallinata da un cacciatore mentre fa jogging sul Preval
Avrebbe potuto avere conseguenze decisamente più gravi e drammatiche un incidente di caccia che si è verificato ieri pomeriggio nella zona del Preval.
Sulla dinamica dell'accaduto le indicazioni che è stato possibile raccogliere ieri sono state piuttosto sommarie, ma quel che è certo è che una giovane ragazza del posto che stava facendo jogging nel verdeggiante scenario del Preval si è ritrovata 'impallinata" causa evidentemente la mira tutt'altro che eccelsa di un cacciatore, che è rimasto sconosciuto e probabilmente non si è neanche accorto di ciò che era successo. La giovane, che sarebbe stata colpita – ovviamente in maniera del tutto fortuita – sul fondoschiena, se l'è cavata però, tutto sommato, abbastanza bene anche se ha dovuto ricorrere alle tempestive cure del pronto soccorso. Nel tardo pomeriggio, dopo le medicazioni del caso, è stata infatti già dimessa e dunque le sue condizioni non destano preoccupazione ma certamente lo spavento è stato tanto. Sull'accaduto stanno effettuando accertamenti i carabinieri.
L'incidente è accaduto nel primo pomeriggio di ieri: trattandosi della giornata di lunedì nella zona è concesso l'esercizio della caccia ma qualcosa stavolta è andato davvero storto. A fare le spese della scarsa mira di un cacciatore o forse di un colpo partito in maniera accidentale è stata una giovane che si stava concedendo un rigenerante pomeriggio all'aria aperta nella zona del Preval, approfittando della splendida giornata, quasi primaverile. Colpita dalla rosa di pallini è stata trasportata al pronto soccorso dell'ospedale civile goriziano e qui medicata e dimessa.
 

Etapa 6 - Coche Moto - Resumen de la etapa - (Antofagasta - Iquique)

giovedì, gennaio 01, 2015

OFFICIAL 2015 DAKAR TEASER

  


Anche quest'anno la Dakar verrà seguita dal blog , quasi quotidianamente ,con le immagini più spettacolari.
Si ringraziano gli sponsor e l'emiro Al Alamein del Dubai per il grande contributo economico che ci permetterà , come da diversi anni a questa parte, una copertura capillare dell'evento.

BENE, IERI SERA UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CI HA SALUTATO.

ADESSO VIENE IL DIFFICILE.  GIA' QUESTO ERA STATO RIELETTO PER MANCANZA DI CANDIDATI "AUTOREVOLI".

MA CHE IL PROSSIMO SIA IL PERSONAGGIO DELL'ARTICOLO PUBBLICATO SULLE FORMICHE NEL 2013, MI ASPETTO SOMMOSSE E L'INCENDIO DELLA SEDE DI "REPUBBLICA" IL GIORNALE CHE DECIDE LE SORTI DI QUESTA NAZIONE ORMAI DA PIU' DI 20 ANNI.

 Prodi, Moro e quella seduta spiritica sul covo delle Br

19 - 04 - 2013Francesco De Palo Prodi, Moro e quella seduta spiritica sul covo delle Br
C’è una data nella vita italiana e di Romano Prodi che non può passare inosservata: il 3 aprile di trentacinque anni fa, quello che da lì a poco sarebbe salito sul ponte di comando della corazzata Iri, prende parte a una seduta spiritica. Sono giorni complessi per il Paese, stretto nella morsa della guerra fredda e dei ricatti.
Le Brigate Rosse annunciano che il loro processo ad Aldo Moro si è concluso con la condanna a morte dell’imputato, papa Paolo VI si rivolge alle Br chiedendo loro la liberazione dello statista. Mentre Ezio Riondato, docente di filosofia a Padova e a capo della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, viene gambizzato.
Prodi annuncia che un’entità, che da verbale ufficiale pare si riferisse a La Pira e Don Sturzo, indica Gradoli come luogo di prigionia dello statista pugliese rapito dalle Br. Ma mentre la moglie di Moro suggerisce subito che dovrebbe logicamente trattarsi della romana via Gradoli, gli investigatori “virano” sull’omonimo paesino nella Tuscia.
Ma la segnalazione Prodi la trasmette solo due giorni dopo a Umberto Cavina, portavoce di Benigno Zaccagnini. Confusione, e tanta. Ma Gradoli non spunta per la prima volta nell’inchiesta Moro, un mese prima del contatto spirituale di Prodi con i maestri democristiani, una soffiata ai servizi indica via Gradoli a Roma (al civico numero 96) come possibile rifugio dei terroristi.
Si procede ad una perquisizione, ma all’interno 11 nessuna risposta. Apre la porta invece tale Lucia Mokbel, la vicina, che dichiara di aver percepito strani rumori simili a quelli prodotti dall’alfabeto Morse. La legge imporrebbe agli agenti di approfondire, quantomeno di segnalare la cosa e suonare una seconda volta a quel famigerato interno 11, per una serie di ragioni. Perché l’Italia è in guerra, per il clima di terrore che c’è nel paese, perché è stato rapito Aldo Moro. Gli agenti invece si allontanano.
Poi Prodi incrocia i suoi destini con la commissione parlamentare di inchiesta che indaga sul rapimento Moro nel giugno del 1981 e nel 1998 quando il caso viene riaperto. In questa occasione non si dice disponibile ad essere ascoltato. Non altrettanto fanno Mario Baldassarri, poi viceministro dell’Economia del governo Berlusconi, e Alberto Clò, ministro dell’Industria nel governo Dini, tutti e due presenti a quella seduta spiritica.
Ma c’è un’altra data che resta scolpita sul caso Moro e nella storia dell’ex presidente della Commissione Europea. Nel 2004 (sempre ad aprile) è sentito come testimone dalla Commissione parlamentare d’inchiesta concernente il dossier Mitrokhin, in cui il presidente Paolo Guzzanti sostiene che Prodi non ha avuto “il coraggio di pronunciare le parole seduta spiritica, piattino o tazzina”.
Ma c’è di più. Agli atti della seduta è messo un articolo pubblicato sul settimanale Avvenimenti, in cui Giuliana Conforto, figlia di Giorgio, agente del Kgb, avrebbe dato riparo ai brigatisti Morucci e Faranda. Un’amica della Conforto avrebbe affittato il noto appartamento di via Gradoli al commando delle Br. La tesi sostenuta in quell’audizione era che fu il Kgb a rendere noto il covo di via Gradoli, mentre il “teatro” della seduta spiritica sarebbe stato inscenato per coprire la vera fonte. Ma Prodi, a quell’ipotesi, scelse di non replicare.

BUON 2015 A TUTTI.
Cutti