domenica, novembre 30, 2014
venerdì, novembre 28, 2014
PIANA DEL PREVAL
BREATHLESS
Arrivo al solito parcheggio mi guardo
attorno non c'è anima viva e ciò non mi dispiace, anzi.
La temperatura è fresca ma non troppo
per essere già la fine di novembre e non piove.
La corsa oggi prevede un impegno
piuttosto blando. Meglio, così potrò pensare ai fatti miei senza
l'assillo dei kilometri o del tempo, anzi non pensare a nulla
sarebbe ancora più appagante.
Correre nello stato del Nirvana, su una
nuvola, che non è il cloud di internet.
Mi cambio in velocità e dopo una breve
corsetta e un finto stretching, ho un' età che non mi permette
esagerazioni, parto e schiaccio lo start del cronometro. Corro come
al solito da solo perchè lo faccio esclusivamente se ne ho voglia,
senza coinvolgere altre persone, sono un orso.
L'inizio è sempre difficile. Il
respiro non si sincronizza con le pulsazioni del cuore se non dopo
almeno un kilometro. L' organismo tenta di trovare un suo equilibrio
e nel durante cerco le sensazioni migliori, intanto osservo il
paesaggio. Non utilizzo nessun ammennicolo pseudo utile neanche il
cardiofrequenzimetro che rimane a casa depositato nella sua bella
custodia.
Corro in direzione del Preval e mi
guardo attorno, magari sbuca qualche animale preso alla sprovvista
al mio passaggio. Spesso i caprioli fuggono con gran trambusto e la
loro abitudine suicida di fermarsi per un ultimo sguardo in
direzione del pericolo quando ritengono di averlo scampato.
Guardo l'eco-asfalto che ha ricoperto
le vecchie strade in terra battuta, rendendole dei biliardi ma che ai
lati presentano ancora delle buche e avvallamenti, delle vere e
proprie trappole per le caviglie sempre pronte a colpire.
Sono sul rettilineo che con
impercettibile pendenza in discesa mi porta all'incrocio
con la strada del vino e delle ciliege.
Faccio molta attenzione
all'attraversamento dell'incrocio e imbocco la stradina che passa
accanto alla chiesetta di campagna un tempo dedicata a S. Marco ora a
Santa Maria Regina di tutti i popoli.
Osservo il ponticello dopo il quale
svolterò a destra , assorto nei miei pensieri amplificati dalla
solitudine e annebbiati dalla fatica.
Al passaggio di fronte la chiesetta un
rintocco della campana mi fa trasalire, non me l'aspettavo.
Dopo aver imprecato fuori e dentro di
me la guardo e mi ricordo quando da piccolo la chiesetta era distrutta e
mentre mio padre raccoglieva qualche pianta commestibile io mi
aggiravo tra i ruderi nella speranza di trovare chissà che.
Ora mi vengono alla mente delle storie
raccontate e tramandate a memoria su fatti non proprio piacevoli
compiuti in quel sito.
Si tratta di esecuzioni di fascisti da
parte dei partigiani durante il secondo conflitto mondiale.
Tanto si narrava che la chiesa fu
distrutta per far sparire le tracce di questi episodi non proprio
edificanti. Mi ricordo anche la circospezione di chi raccontava
questi eventi, come se il timore di ritorsioni fosse ancora presente
anche dopo tanti anni.
La versione storica ufficiale invece
parla della distruzione da parte dei Cetnici ,soldati Serbi alleati
dei Tedeschi, accampati nel Preval quando erano in fuga per l'arrivo dei partigiani titini da un lato e
degli inglesi dall'altro.
La storia però la scrivono i vincitori
e molte volte lo fanno come meglio credono.
to be continued.
mercoledì, novembre 26, 2014
NO DIRGHE A NESSUN, SON ANDA' IN BICI IN NOTURNA DOPO UN ANNO CHE NO LA TOCAVO.
FATTE DELLE MODIFICHE ALLA GEOMETRIA CON REGOLAZIONI DEL CANOTTO SELLA.
BON FACCIO LA CRONACA : 30' IN ALLEGRIA COMPRESE LE SALITE NELLA VIGNA CHE CON TERREN PESANTE E ARADO DAI CINGHIAI IERA COMUNQUE DE LAVORAR MA COMUNQUE TRANQUILLO SENZA SFORZAR I GINOCI E L'ERNIA.
20' ALLEGRI SU ASFALTO CON RAPPORTI ANCHE DURI E INFATTI COMINCIAVA UN POCO DE FASTIDIO.
FINALE TRANQUILLO FIN CASA.
PER LA PRIMA VOLTA NON GO NEANCHE PULI' LA BICI , FATTA LA DOCCIA E ADESSO SON QUA CHE SCRIVO E ME PAR DE ESSER RINATO.
FATTE DELLE MODIFICHE ALLA GEOMETRIA CON REGOLAZIONI DEL CANOTTO SELLA.
BON FACCIO LA CRONACA : 30' IN ALLEGRIA COMPRESE LE SALITE NELLA VIGNA CHE CON TERREN PESANTE E ARADO DAI CINGHIAI IERA COMUNQUE DE LAVORAR MA COMUNQUE TRANQUILLO SENZA SFORZAR I GINOCI E L'ERNIA.
20' ALLEGRI SU ASFALTO CON RAPPORTI ANCHE DURI E INFATTI COMINCIAVA UN POCO DE FASTIDIO.
FINALE TRANQUILLO FIN CASA.
PER LA PRIMA VOLTA NON GO NEANCHE PULI' LA BICI , FATTA LA DOCCIA E ADESSO SON QUA CHE SCRIVO E ME PAR DE ESSER RINATO.
domenica, novembre 23, 2014
Johnny Marr - Dynamo. from the new album Playland
IL CHITARRISTA JOHNNY MARR FONDATORE DEGLI SMITHS SI APPRESTA A PUBBLICARE IL NUOVO PLAYLAND DAL 15 DICEMBRE 2014
giovedì, novembre 20, 2014
giovedì, novembre 06, 2014
Petrolio, chi guadagna e chi perde con il calo dei prezzi. Parla Alberto Clò
06 - 11 - 2014
Tutti gli effetti economici e geopolitici della diminuzione dei
prezzi del greggio in una conversazione con l'economista esperto di
energia
Il forte ribasso nel prezzo del petrolio
– da metà giugno ad oggi il valore del Brent è sceso di quasi il 25 per
cento, con un calo da 115 a 87 dollari al barile - è destinato a
provocare effetti profondi. Aprendo nuovi scenari geo-politici a partire dalle aree più calde del pianeta.Per capire quali possano essere le trasformazioni in atto Formiche.net ha intervistato Alberto Clò, professore di Economia all’Università di Bologna, ministro dell’Industria nel governo guidato da Lamberto Dini e ora fondatore e coordinatore scientifico del centro studi Rie (Ricerche industriali ed energetiche).
Quali sono le ragioni del crollo del prezzo del greggio?
Le cause del calo, a fronte di una richiesta energetica che nel 2014 è aumentata in forma rilevante se pur meno di quanto si prevedesse, sono due. Da un lato registriamo una distruzione strutturale della domanda nei paesi industrializzati: Stati Uniti, Europa – caratterizzata da un andamento asfittico dell’economia – e Asia, in cui è rallentata la crescita del fabbisogno di fonti di riscaldamento. Dal lato dell’offerta rilevo l’incidenza della rivoluzione dello shale gas in Nord America.
In che senso rivoluzione?
È stato un cambiamento dirompente, ancorché accolto nel Vecchio Continente con argomentazioni critiche di marca ambientalista rivolte agli statunitensi fautori delle trivellazioni. Senza tale innovazione, i prezzi del petrolio sarebbero schizzati alle stelle. E non avremmo assistito all’incremento della produzione mondiale di energia. Negli Usa la ricerca e lavorazione dello shale gas ha favorito l’abbattimento dei costi del combustibile a 1/4 rispetto all’Europa, la riduzione drastica dell’importazione e la crescita – quattro volte superiore – delle esportazioni di energia, la rinascita del comparto manifatturiero e la ripresa lavorativa.
L’Europa resta lontana da questo orizzonte?
Le istituzioni comunitarie e i governi del Vecchio Continente hanno preferito inseguire “le farfalle delle rinnovabili” e promuovere una strategia illusoria di de-carbonizzazione delle fonti di riscaldamento. Finendo per riversare su gas ed elettricità oneri non di mercato, legati agli incentivi per le “energie pulite”. Mentre è certificato che nel lungo termine la crescita delle richieste energetiche potrà essere soddisfatta per l’80-85 per cento dai combustibili fossili.
A livello globale qual è la situazione oggi?
Una over-supply di greggio, ovvero una produzione di gran lunga eccessiva rispetto alla richiesta energetica. Con l’aumento conseguente della “capacità non utilizzata”. Il tutto combinato a 7-8 crisi geo-politiche, da quella tra Russia e Ucraina al Medio Oriente, dall’Africa alla penisola araba.
La competizione tra Arabia Saudita e Iran per conquistare i mercati asiatici non contribuisce a stabilizzare il quadro.
La monarchia saudita ha scelto, con il governo dell’Iraq, di non salvaguardare il livello dei prezzi riducendo la quota di produzione. Ma ha voluto conservare le proprie fasce di mercato lasciando fluttuare i costi al barile nella logica di mercato. E ha cominciato a praticare sconti nella vendita del petrolio agli acquirenti cinesi. A questa strategia economica si è sovrapposta la rivalità religiosa, culturale, politica che lacera il mondo musulmano tra sunniti e sciiti. E dunque fra Riad e Teheran.
Con quale esito?
È difficile prevederlo, in uno scenario in cui è complicato capire chi sta con chi. Un risiko continuamente mutevole nel quale si intrecciano interessi e convenienze. L’unico risultato tangibile è che i barili prodotti aumentano e il loro prezzo di vendita cala oltre il dovuto.
È un male?
Si, perché nel terreno energetico il fattore cruciale è la stabilità dei prezzi e l’equilibrio tra domanda e offerta. La caduta del valore del greggio è assimilabile a un risparmio pari a 1,8-2 miliardi di euro al giorno. Un riflesso positivo per le nazioni importatrici e consumatrici. Ma molto negativo per i paesi produttori, che soffrono una perdita stimata di 200 miliardi di euro annui. L’impatto sarà forte soprattutto sulla Russia. Le cui entrate sono legate per il 46 per cento dalla vendita del petrolio. Mosca dovrà accettare che il valore al barile resti a 85 dollari circa, abbandonando le previsioni di un suo aumento a 100 dollari.
Una riduzione del prezzo e delle entrate potrebbe costringere Tehran e Mosca a rivedere la loro politica?
Spero vivamente che possa spingere i due governi a più miti consigli. Soprattutto per la Russia, di cui l’Europa ha bisogno. Come Mosca ha bisogno di un rapporto proficuo con l’Unione Europea. Anche perché chi è vincitore oggi può essere perdente domani. Per tale motivo non possiamo fare affidamento esclusivamente sul Nord America, ma dobbiamo far sì che Russia, Iraq e regione del Mar Caspio contribuiscano alla stabilità di produzione e prezzi.
La caduta dei costi del greggio può essere arrestata?
Non nel medio termine. Temo un ribasso prolungato del valore al barile come accadde tra il 1985 e il 2000. A meno che i paesi membri dell’Opec decidano di ridurre la produzione di petrolio. Ma servirebbe un clima positivo tra loro che per ora è impensabile.
L’Arabia Saudita, nel frattempo, ha ulteriormente abbassato i prezzi del greggio venduto negli Stati Uniti, per spingere i produttori di energia americani a fare altrettanto.
La ritengo un’operazione dai confini incerti. Perché in un’economia di mercato come quella Usa è complicato stabilire il livello al quale la produzione non diventa più conveniente rispetto all’investimento realizzato.
Gli investimenti delle imprese energetiche risentiranno del forte calo del costo del petrolio?
Quelli in corso di realizzazione non verranno interrotti. Prevedo uno stop per le risorse future, visti i limiti di cassa e il rigore di bilancio cui sono soggette le aziende del settore. Tuttavia riscontro un elemento rassicurante.
Quale?
Le oscillazioni dei prezzi nel mercato del petrolio non hanno provocato reazioni emotive o irrazionali negli investitori. E, al contrario di altri comparti, non abbiamo assistito a ondate speculative.
mercoledì, novembre 05, 2014
Chi festeggia e chi no per il crollo del prezzo del petrolio
05 - 11 - 2014Una caduta che porta con sé conseguenze economiche e dunque, anche geopolitiche.
LE RAGIONI DEL CALO
Gli analisti, come quelli di Bloomberg, parlano ormai apertamente di bear market, un mercato ribassista. Ma cosa si nasconde dietro al crollo dei prezzi? Secondo Stratfor, questo tonfo è in parte giustificato dalla diminuzione della domanda globale, causato principalmente dalla maggiore indipendenza energetica degli Usa, dovuta alla shale revolution, e dalla frenata dell’economia nei Brics, Cina in testa.
LA GUERRA DEI PREZZI
Sul ribasso pesa anche la guerra dei prezzi all’interno dell’Opec. La società d’intelligence fondata da George Friedman spiega che tra i Paesi produttori – Arabia Saudita e Iran su tutti – c’è ormai una sfida senza esclusione di colpi per accaparrarsi fette di mercato in Asia. Risultato: i barili prodotti aumentano e il loro prezzo di vendita cala oltre il dovuto.
CHI GUADAGNA (E CHI PERDE)
Questa drastica diminuzione del costo del petrolio ha effetti geopolitici ed economici ben definiti. Il quadro è complesso. L’Isis avanza in Medio Oriente e non solo. La Russia, il terzo produttore mondiale, è imbrigliato nella crisi ucraina. Irak, Siria, Nigeria e Libia, tutti produttori di petrolio, sono in subbuglio. A beneficiare del calo dei prezzi, sottolinea l’Economist, che cita fonti del Fondo Monetario Internazionale, è in primo luogo l’economia stessa: nelle stime, un calo del 10% nel costo della materia prima coincide con un aumento dello 0,2% nel prodotto interno lordo mondiale. Entrando nello specifico, aree manifatturiere come Usa, Cina o alcuni Paesi europei avrebbero giovamento da una prolungata diminuzione del prezzo, che si scaricherebbe positivamente sul costo del prodotto finale. Mentre i produttori, specialmente i petrostati del Golfo caratterizzati da un’economia incentrata sugli idrocarburi, alla lunga pagherebbero la diminuzione di introiti che spesso sostengono i servizi degli stessi Paesi.
EFFETTO SANZIONI
Se si guarda a Mosca, poi, l’effetto è duplice. Come rileva il Washington Post, nei primi otto mesi del 2014, la vendita di petrolio e derivati è coincisa con il 46% delle entrate del budget russo. Con cifre come queste, un calo ingente del prezzo del petrolio aiuterebbe a raggiungere lo scopo politico delle sanzioni derivanti dalle tensioni al confine con Kiev. Idem per l’Iran, la cui produzione petrolifera è già monca per le sanzioni occidentali, legate stavolta al suo programma nucleare. Un ulteriore diminuzione del prezzo – e quindi delle entrate – potrebbe costringere Tehran a scendere a compromessi e rivedere la sua politica.
martedì, novembre 04, 2014
QUESTO BISCHERO SI E' FATTO ANCHE LA DOCCIA GELATA (TANTO DI MODA PER FARSI PUBBLICITA') PER LA NOBILE CAUSA DI AIUTARE LA RACCOLTA FONDI PER COMBATTERE LA SLA.
POI CHE TI COMBINA SEMPRE IL BISCHERONE DI CUI SOPRA ?
LEGGE DI STABILITA' E VIA 100000000,00 CENTOMILIONI DI €URO.
BASTA QUINDI ELARGIRE SOLDI.
TOGLIAMOLI AI MALATI DI SLA CHE LI SPERPERANO IN CHISSA' QUALI VIZI.
OTTIMA SCELTA E GRANDE COERENZA.
POI CHE TI COMBINA SEMPRE IL BISCHERONE DI CUI SOPRA ?
LEGGE DI STABILITA' E VIA 100000000,00 CENTOMILIONI DI €URO.
BASTA QUINDI ELARGIRE SOLDI.
TOGLIAMOLI AI MALATI DI SLA CHE LI SPERPERANO IN CHISSA' QUALI VIZI.
OTTIMA SCELTA E GRANDE COERENZA.
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